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Ti senti a disagio a criticare l’etica lavorista?
Odiare il proprio lavoro non sembra difficile: l’aumento di incidenza di stress, ansia e bornout - oltre che l’incremento di dimissioni volontarie - non restituisce uno scenario confortante. Tuttavia non sempre sembra essere semplice esternare il proprio malessere o interiorizzare un’analisi coerente. Da una parte la permeante etica lavorista stigmatizza tutti coloro che si lamentano o addirittura immaginano un'esistenza emancipata dal lavoro: questo perché il lavoro è diventato misura stessa della vita e la sola messa in discussione di alcune delle sue dinamiche fondanti rappresenta per i più una vera e propria sfida alla stabilità sociale. Dall'altra la narrazione storica sembra volerci ricordare quanto le condizioni di lavoro di oggi siano "migliori di un tempo" e quindi intrinsecamente auspicabili: L'illusione di vivere nel migliore dei mondi possibili paralizza così qualsiasi critica o riflessione, anche individuale, cristallizzando lo status quo.
Non solo sembra degradante odiare alcuni aspetti del proprio lavoro.
Per certi versi sembra impossibile anche solo pensarlo
Ti chiedo dunque di provare a sforzarti e a riflettere: qual è l'aspetto del tuo lavoro (o del mondo lavoro in generale) che odi maggiormente?
Puoi scrivere qui e il tuo commento verrà pubblicato in modo da renderti completamente irriconoscibile. Odiare il proprio lavoro non sembra difficile: l’aumento di incidenza di stress, ansia e bornout - oltre che l’incremento di dimissioni volontarie - non restituisce uno scenario confortante. Tuttavia non sempre sembra essere semplice esternare il proprio malessere o interiorizzare un’analisi coerente. Da una parte la permeante etica lavorista stigmatizza tutti coloro che si lamentano o addirittura immaginano un'esistenza emancipata dal lavoro: questo perché il lavoro è diventato misura stessa della vita e la sola messa in discussione di alcune delle sue dinamiche fondanti rappresenta per i più una vera e propria sfida alla stabilità sociale. Dall'altra la narrazione storica sembra volerci ricordare quanto le condizioni di lavoro di oggi siano "migliori di un tempo" e quindi intrinsecamente auspicabili: L'illusione di vivere nel migliore dei mondi possibili paralizza così qualsiasi critica o riflessione, anche individuale, cristallizzando lo status quo.
Non solo sembra degradante odiare alcuni aspetti del proprio lavoro.
Per certi versi sembra impossibile anche solo pensarlo
Ti chiedo dunque di provare a sforzarti e a riflettere: qual è l'aspetto del tuo lavoro (o del mondo lavoro in generale) che odi maggiormente?
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